Ronco Campo Canneto

Sorge sulla sponda destra del Taro, in una zona fertile bonificata, irrigata dal Canale Otto Mulini.

Anticamente veniva chiamata Pizzo Padio, modificato in Ronco Campo Canneto nel 1402, come rileva un memoriale conservato nell'Archivio Vescovile "terra de Pizopadio est terra Ronchi Campi Canneti, et de anno 1402 cum istis denominationibus dicta terra vocabatur".

Le prime notizie sulla chiesa risalgono al 1230, nella metà del 1300 dipendeva dalla chiesa plebana di San Quirico. Sulla fine del Trecento la chiesa, che sorgeva presso la sponda destra del Taro, fu distrutta dalle acque del torrente. Ne fu edificata un'altra sullo stesso luogo e benedetta il 21 marzo 1402. Ricostruita nella forma attuale a tre navate nel 1788 in occasione della visita pastorale di monsignor Pastorelli Lalatta.

Da segnalare nell'interno due dipinti a olio su tela "La vocazione degli apostoli", opera degl'inizi del Settecento di scuola parmigiana e il "Santissimo Sacramento", opera attribuita ad Antonio Balestra.

 

 

bibliografia: Enzo Giuffredi, Cronache di Trecasali e del suo territorio edizione 1997

palazzo Tagliaferri

 

 

questo palazzo edificato nel XVII secolo e adiacente a un antico percorso medievale venne probabilmente utilizzato dai proprietari a scopo ricreativo con carattere venatorio in quanto questa terra in realtà era troppo poco salubre all'epoca dei Tagliaferri per poter essere scelta come luogo di residenza, poteva invece contare solla natura invadente. L'edificio si sviluppa su un solo livello oltre alle cantine con ampie sale soffitti con quote elevate e ancora apprezzabile l'oratorio di San Lorenzo e la casa Torre utilizzata in tempi recenti per attività di tipo agricolo. La famiglia Tagliaferri di antiche origini ebbe un ruolo importante nella società del comune di Parma a cavallo tra il XVI e XVII secolo. Questo nome legato alla costruzione della cittadella di Parma annovera tra i propri esponenti letterati e intellettuali. Vale la pena ricordare la leggenda secondo la quale esiste un passaggio sotterraneo che collega questo palazzo è la proprietà Bocchia in fondo a via Grande. Nel Novecento questa struttura fu prima utilizzata come scuola, poi come casa colonica, successivamente la proprietà acquistata dal famoso maestro liutaio Renato Scrollavezza e famiglia

sulla sponda destra del taro corre la ciclabile che collega Viarolo a al Po, seguendo l'andamento tortuoso del fiume a tratti coperto da fitta vegetazione a tratti lasciando intravedere le sue acque.