combattenti

QUEI VIGLIACCHI SUL PIAVE.


 Il Giuseppe. Che porto comunque con orgoglio,


Giuseppe era mio nonno, disperso giovanissimo nel 1918 sul Piave. Probabilmente fu fatto prigioniero e finì in un campo di concentramento con alri 600.000 italiani. I quali furono in pratica abbandonati a se stessi.

Il generale Cadorna, a mio avviso gran fetente detto da vivo e anche da morto, considerava con disprezzo i prigionieri, rei di non avere abbastanza combattuto. Vivi, invece di crepare andando all'attacco. Quindi lavativi, colpevoli di vigliacheria davanti al nemico. Storico il telegramma che il Cadorna manda al comandante dell'eroica Brigata Catanzaro "la Catanzaro ha ceduto ai nemici senza alcuna rresistenza posizioni di capitale importanza, si prendano misure estreme, compreso fucilare immediatamente i responsabili di sì enormi scandali". Il che significa decimazione,

Dare l'esempio uccidendone uno su dieci, scelti a caso tra i 120 fanti della Brigata. Quindi vengono fucilati in dodici, un sottotenente, tre sergenti, otto soldati. Gli stessi che pochi giorni prima hanno zittito un cannone nemico con un assalto alla baionetta. Gli stessi che, come oltre cinque milioni di soldati italiani, da tre anni servivono la Patria immmersi in centinaia di chilometri di trincee tana. Curvi fino a ingobbire, ammassati gli uni sugli altri come bestie a far fronte oltre al nemico a fame, sete, melma, merda, torrenti di piscio, caldo torrido, gelo. Sferzati da bombe, cecchini, pioggia, neve, vento. Topi cimici, pulci, pidocchi, piattole, scarafaggi, scorpioni, zanzare. Fetide e incessanti puzze. Infezioni, diarree apocalittiche, cancrene, polmoniti, tubercolosi, esplosioni di follia. Epidemie, scoppia il tifo e, nel '18, la spagnola, che poi straripa fuori, in paesi e città, cinquanta civili per ogni soldato morto in trincea. Un'intera generazione distrutta. Fatti prigionieri in 600.000, ma non sono simpatici a Cadorna. Allora dall'Itallia nessun aiuto. Abbandonati nei lager, sabotate perfino le iniziative della Croce Rossa. zero riconoscimenti militari e civili. Non sarà neppure permesso che i loro nomi figurino nell'albo d'oro dei Caduti, Oltre 100.000 muoiono per maltrattamenti, fame, freddo, malattie. tre volte tanti tornano sfiniti anima e corpo, ammalati, mutilati, vita appesa a un filo e destinata a estinguersi anzitempo.

Mio nonno Giuseppe é tra quelli che non tornano. Lascio a lui e a tutti i Caduti questi auguri fatti a me. Chi era nonno Giuseppe? Un italiano come tutti gli altri.

Mia nonna Teresa dopo aver allevato da sola i loro quattro figli se ne va a 93 anni, e nell'ultimo respiro i suoi occhi sono rivolti alla foto sul comodino con mio nonno in divisa dell'esercito regio, berretto a visiera, baffi e mantellina, Così, per dire che qualcosa pur valeva quel vigliacco di Giuseppe.

di Beppe Gualazzini