FERRARI PAOLO

Sissa settembre 1705-Parma 1792

Figlio di Lorenzo. Architetto e pittore, fu padre di Pietro Melchiorre e di Lorenzo.

Professore di disegno all’Accademia di Parma, fu attivo al servizio dei duchi di Parma e presiedette ai lavori delle costruzioni architettoniche fino al 1749, anno in cui andò in pensione.

Dipinse per la chiesa di Trecasali le figure dei pennacchi e alcuni medaglioni e una Temperanza sul camino di una sala del Palazzo del Comune di Parma (1742).

Nel 1741 eseguì sei tavole per la sala della congregazione del soppresso oratorio della Madonna del Ponte di Parma.

Presso la parrocchiale di San Martino di Palanzano è una tela raffigurante San Martino firmata Paolo Ferrari da Sissa Pix. 1746 e presso la chiesa dell’Assunta di Fossa di Roccabianca vi è un San Sebastiano pure firmato e datato 1747.

A Sissa è un San Paolo, ovale, autografato e datato 1769, un San Cristoforo nella chiesa dell’Assunta e un Sant’Antonio Abate a Gramignazzo.

Eseguì per la cappella del Ponte Caprazucca di Parma una Madonna con i Santi Rocco e Bernardo e per la chiesa di San Giuseppe una Santa Cecilia con angelo e i simboli del martirio.

Nell’inventario degli oggetti d’arte della provincia di Parma sono ricordati, presso la chiesa dei Santi Gervasio e Protasio di Ramiano, un dipinto con la Vergine e i santi firmato e datato Paulus Ferrari 1764 e presso la parrocchiale di San Vincenzo di Urzano quattordici dipinti raffiguranti la Via Crucis (la Deposizione è firmata e datata 1776).

Quanto il Ferrari fosse attento ai prototipi bolognesi lo dimostra una tela ovale, firmata e datata 1739, in collezione privata a Genova, rappresentante Erminia fra i pastori in perfetto stile tardoreniano. Lo attesta nel disegno La predica di San Vincenzo de’ Paoli anche il particolare della donna col bambino a sinistra, copiato da una delle incisioni del Giovannini tratte dagli affreschi di Ludovico Carracci già in San Michele in Bosco a Bologna.

L’esempio più immediato per la ben orchestrata composizione resta però il soggetto omonimo realizzato nel 1751 dall’abate Peroni per San Lazzaro a Piacenza, da cui il Ferrari estrasse anche il particolare dello schiavo visto di schiena a destra. Il disegno, sorprendente per la buona qualità, è l’unico ascrivibile con sicurezza al Ferrari. Potrebbe essere una prima versione per il dipinto del 1760 che gli va restituito in San Vitale, prima assegnato al Bresciani e poi a ignoto (Musiari, 1985, p. 108). Alcuni particolari vi tornano molto simili, mentre la campitura neutra viene riempita con l’incongrua apparizione della Madonna col Bambino e di Sant’Antonio da Padova.

Del Ferrari si conosce una composizione affine alla Predica di San Vincenzo de’ Paoli in San Martino a Ruzzano (circa metà del Settecento; Cirillo-Godi, 1986, p. 231) ma soprattutto egli la riprese nel San Vincenzo Ferreri che scongiura la grandine presso la parrocchiale a Trecasali (1772; Cirillo-Godi, 1984, p. 201) che mostra a destra una simile figura virile di schiena.

Al catalogo del Ferrari vanno aggiunte le pale nella Santissima Trinità Vecchia, quella con San Fermo in Santa Croce, ascritta per tradizione a suo figlio Pietro Melchiorre, e il piccolo Miracolo di San Vincenzo Ferreri in San Giacomo a Soragna, indicato come anonimo del secondo Settecento (Colombi-Godi, 1981, p. 19).

Lasciò ancora dipinti in diverse chiese del Parmense: un Crocifisso con San Giovanni, la Madonna e la Maddalena nell’oratorio di Santa Croce di Campo Caneto (Scarabelli Zunti, Documenti e Memorie di Belle Arti parmigiane) e il San Sebastiano, firmato e datato 1747, dell’Assunta di Fossa di Roccabianca (Inventario, 1934). Inoltre, un suo quadro rappresentante San Gregorio e le anime del purgatorio si trovava nella chiesa di Ognissanti di Parma prima che vi giungesse l’Immacolata del figlio Pietro Melchiorre (Bigliardi, 1977).

Secondo Bigliardi (1977, 36) il Ferrari era ancora in vita nel 1813 (distinguendo due differenti Paolo Ferrari: il padre di Pietro Melchiorre e il professore dell’Accademia).

Zani lo definisce pittore mediocre.

FONTI E BIBL.: U. Thieme-F. Becker, XI, 1915, 460; Inventario degli Oggetti d’Arte d’Italia. Provincia di Parma, Roma, 1934, 202, 285; Enciclopedia pittura italiana, II, 1950, 923; Dizionario Bolaffi pittori, IV, 1973, 399-400; A. Bacchini, Sissa, 1973, 37-38; P. Donati, Nuova descrizione, 1824, 109; R. Bigliardi, in Aurea Parma 1977, 36, 42; L. Fornari Schianchi, in L’Arte a Parma dai Farnese ai Borbone, 1979, 122; Disegni della Biblioteca Palatina, 1991, 155-156; G. Capelli, Sissa, 1996, 87-88; Dizionario biografico degli Italiani, XLVI, 1996, 652.