Trecasali

Trecasali Sorto in una zona in cui sono ancora ben visibili le tracce della centuriazione romana del terreno, risulta abitata già intorno al secolo XI. Il toponimo, che in documenti medievali compare nella forma Tres Casali, ha una chiara etimologia. I 3 Casali, pur essendo vicini, erano divisi in due dalla strada della "Ghiaiaia" ora Via Nazionale: di essi il Trecasali Inferiore apparteneva ai Simonetta di Castelbarco, mentre il Trecasali Superiore apparteneva al ramo parmense della stessa famiglia.  Non si hanno molte notizie sulle vicende del borgo che, sul finire del 1100, risulta incluso tra i possedimenti della badessa del convento parmense di San Paolo. In seguito fu assoggettata al dominio dei Visconti, che vi governarono fin verso la metà del XV secolo. Il territorio di Trecasali fu smembrato da Sissa e da San Secondo, venne donato nel novembre 1400 da Filippo Maria Visconti a Bertramino e Gherardino Terzi, finì poi sotto il controllo del comune di Parma, di cui condivise le sorti, passando quindi ai Farnese e ai Borbone. La storia successiva alla parentesi napoleonica e al congresso di Vienna, che assegnò il ducato di Parma e Piacenza a Maria Luigia d'Austria, non fa registrare avvenimenti di rilievo, seguendo quella del resto della regione, annesso al regno d'Italia, nel 1860, e attivamente impegnato nella lotta partigiana. Al patrimonio storico-architettonico appartengono: la chiesa di San Michele Arcangelo, del Settecento, in cui si possono ammirare, tra l'altro, alcuni dipinti sei-settecenteschi, di scuola bolognese; un vecchio caseificio, in cotto, circondato da un vasto porticato; la pieve di San Quirico, citata già in documenti dei secoli X e XI e ristrutturata verso la fine del Seicento; la villa Bacchini che, nata forse come fattoria, al tempo dei Farnese, fu trasformata in dimora signorile dai Rossi di San Secondo Parmense, nella prima metà del XIX secolo, lungo la strada che porta a Torrile. 

 

Nel recente passato lo troviamo un Comune di pianura, di origine medievale, la cui economia si basa su attività agricole e industriali. I trecasalesi, che presentano un indice di vecchiaia superiore alla media, risiedono soprattutto nel capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e negli aggregati urbani Ronco Campo Canneto e Viarolo; il resto della popolazione si distribuisce tra numerosissime case sparse e le località Campedello, Canonica Vecchia, Case Bocelli, Case Obbi, Favaletto, Fontanone e San Quirico.

Il territorio, attraversato da canali e corsi d'acqua che, irrigando abbondantemente il terreno, ne accrescono la produttività, ha un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti. L'abitato, con pregevoli testimonianze del passato, mostra segni di espansione edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è del tutto pianeggiante.

Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, in campo azzurro, un'aquila nera in volo abbassato ferma su una campagna smaltata di rosso; il capo dello scudo è a bande d'argento e d'oro.  

Del territorio di Trecasali facevano parte le frazioni di San Quirico, Ronco Campo Canneto e Viarolo

 

 

fonte:

Enzo Giuffredi, Cronache di Trecasali e del suo territorio edizione 1997