Viarolo

Viarolo è formato da molte case agricole sparse nell'aperta campagna e di alcune case padronali o ville tra le quali vanno ricordate quella di Balestrieri già Arata, ampliata da Giuseppe Delatta nel 1833, e restaurta di recente, e quella Mezzadri già dei conti Baiardi.

Il villaggio è ricordato la prima volta in un diploma del 28 dicembre 980 dell'Imperatore Ottone III, con quale confermò ai Canonici della cattedrale di Parma il possesso di molti beni da loro goduti in molte ville del parmense, tra le quali sono accennati "i Ronchi che sono a Viarolo".

Già all'inizio del secolo XI sorgeva in Viarolo un castello di proprietà di un certo Alberto da Viarolo, figlio del fu Magnifredo, il quale lo vendette il 3 Febbraio 1054 ad un certo Rodolfo da Viarolo, unitamente ad altri beni "in isto loco viarolo tam in Castro quamque et foris".

Era uno di quei castelli di cui nel Medio Evo abbondava in Contado Parmense.

All'inzio questo castello era una torre eretta a difesa del guado del Taro; poi si trasformò in una Bastia a protezione del piccolo Borgo.

Nel 1295 quando il marchese d'Este, desideroso di dominare anche a Parma, venne a contesa col fratello per la divisione dei beni paterni, si sviluppò nel Parmense una cruenta guerra di fazioni che causò molte distruzioni di case e di castelli, fra cui il Castello di Viarolo, che per decreto del Comune di Parma rimase smantellato e non più risorse; sulla sua area sorse una abitazione che ancora viene chiamata la Casa del Castello.

All'inizio del 1800 in questa zona vi erano ancora estese risaie. Con le nuove tecniche agricole il territorio è divenuto molto produttivo, per cui le vaste estensioni di prati stabili hanno favorito il sorgere di caseifici per la produzione del tipico formaggio grana.

 

 

fonte:

Enzo Giuffredi, Cronache di Trecasali e del suo territorio edizione 1997

 

 

A Viarolo si trovano delle aree risorgive, ultimi esempi dell'alta pianura parmense,  chiamati fontanili della Commenda; in un terreno situato a lato del nucleo rurale La Commenda, delimitato a nord da Via Lazzaretto riconoscibile per un lungo filare di grandi platani, si trovano due polle risorgive.

 

 

a pochi passi sull'argine destro del taro inizia la ciclo-taro pista ciclabile che si snoda seguendo i meandri del fiume